Contenuti
Gli atleti e la cannabis
Atleti professionisti e ritirati stanno già facendo uso di alcuni tipi di cannabis e cannabidiolo (CBD) per gestire il dolore acuto e cronico, soprattutto gli atleti di sport estremi, che sono conosciuti per il loro altissimo tasso di lesioni da impatto: anche loro sono pronti a considerare la medicina alternativa.
Secondo uno studio recente della rivista ortopedica della medicina sportiva, i quattro sport estremi con il più alto tasso di lesioni alla testa o al collo sono:
- lo skateboard
- lo snowboard
- lo sci
- il motocross
Questo studio ha anche dimostrato che gli snowboarder hanno il più alto rischio di commozione cerebrale: sono infatti tre volte più a rischio rispetto agli sciatori.
il pensiero sulla cannabis di un ex atleta
L’ex giocatore di football Marvin Washington, che fa uso della sigaretta elettronica e di tinture di CBD come anti infiammatori, pensa che sia giunta l’ora che tutti gli atleti si facciano avanti e considerino i promettenti risultati della marijuana a scopo terapeutico, uno dei quali potrebbe persino fermare l’epidemia da oppiacei in America.
“Dovrebbe formarsi un movimento degli atleti per la cannabis, visto che i numeri sono alti. Con dei numeri così potremo cambiare la linea politica e fare in modo che le quattro leghe sportive più importanti considerino la pianta di cannabis un’alternativa agli oppiacei”, ha affermato a GrindTV.
“Qui non si sta discutendo di fumare erba”, ci riferisce il dottor Bryan Doner, co-fondatore del Compassionate Certification Centers.
Sarà lui ad ospitare la conferenza mondiale ed Expo sulla cannabis a scopo terapeutico a Pittsburgh proprio per parlare dei vari ruoli della marijuana nella cura non solo del dolore cronico, ma anche delle lesioni legate ad un trauma cranico e altri disturbi.
Uso della marijuana come scopo medico
La marijuana a scopo medico può essere inalata sotto forma di vapori, mangiata, bevuta sotto forma di tintura o applicata sul corpo sotto forma di olio.
Molte applicazioni includono solo il CBD, non la componente di THC (tetraidrocannabinolo) che dovrebbe drogare, ma a volte anche quella componente può aiutare.
Infatti, almeno uno studio dimostra che gli atleti di sport “scivolosi” (surf, snowboard, windsurf, etc.) fanno già più uso di cannabis rispetto agli altri atleti, per trarne benefici sulla performance.
Per gli atleti di sport estremi, il punto dell’uso della marijuana medica piuttosto che ricreativa è la possibilità di controllare la dose e l’applicazione a seconda dello scopo specifico, piuttosto che l’intorpidimento dato dagli oppiacei, i quali causano anche seri effetti collaterali tra cui un’altissima possibilità di dipendenza.
Ad esempio, la marijuana a scopo medico vaporizzata di solito agisce molto più velocemente in caso di dolore acuto, rispetto ad una dose per uso locale o da ingerire.
“Potrebbe volerci più tempo per vedere i risultati quando la marijuana viene assunta in queste ultime forme, ma si possono vedere dei benefici in un lasso di tempo maggiore/più a lungo termine”, spiega Doner riguardo all’uso per il dolore cronico.
La sperimentazione della cannabis per avere un sollievo legato a commozioni cerebrali è ancora agli inizi, ma Doner spiega che i primi modelli animali hanno rivelato delle informazioni piuttosto interessanti.
Quando i cannabinoidi si legano ad alcuni recettori cerebrali, viene dimostrato che rilasciano alcune proprietà neuro protettive e neuro rigenerative sui traumi.
Un’altra promettente applicazione della marijuana medica negli atleti potrebbe essere l’uso sostitutivo agli oppiacei.
Problema sulla regolamentazione della marijuana
Il problema più grande risiede nella regolamentazione: la marijuana sia a scopo terapeutico che ricreativo adesso è legale nella maggior parte degli stati, ma è ancora considerata dal governo federale tra le droghe non utilizzabili a fini terapeutici.
“A questo basta aggiungere gli organismi atletici di governo assegnati come la NFL (National Football League) e il fatto che gli atleti si allenano in stati in cui la marijuana è legale ma poi gareggiano in posti in cui non lo è e diventa quasi impossibile tenere sottocchio un panorama tanto ampio”, spiega Doner.
“I giocatori continuano a dire: ‘Dovrei poterla assumere, ma se lo facessi potrei compromettere la mia carriera?’ ”
Gli atleti di sport estremi, però, sembrano i candidati ideali ad una sperimentazione.
È un’industria più piccola del football, quindi le restrizioni potrebbero essere più tolleranti.
Ci sono anche molti atleti che sono a cavallo tra l’élite e il professionismo.
“Gli atleti di sport estremi non hanno paura di prendersi ciò che vogliono. Non hanno paura di seguire i propri sogni e le proprie passioni.”
Per quanto riguarda l’uso della marijuana per il dolore o per la performance, sarà solo il tempo a dirci quanto sono estremi questi atleti.
Lascia un commento