Non c’è nulla di paragonabile allo stare in equilibrio su di una pedana, appeso ad un maniglione di una jeep che sfreccia nel deserto a velocità di oltre 80 km all’ora.
Il “sand surfing” non è (ancora) una disciplina olimpica, ma è inebriante oltre ogni aspettative ed è uno dei tanti sport estremi all’aperto disponibili per gli avventurieri israeliani e i visitatori della Terra Santa, e basta solo una chiamata o una mail per cimentarsici.
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Come vivere l’esperienza in Israele
Ce ne sono diverse di compagnie che si occupano di spedizioni private e personalizzate di sport estremi per singoli o gruppi che possano essere interessati a vivere di prima mano queste esperienze estreme israeliane fuori dal comune in zone poco conosciute.
“È stata la mia passione per l’Israele e per le attività all’aperto a spingermi ad avviare questa rischiosa attività nel 1992” – dice Dardik uno dei responsabili di una compagnia di spedizioni – “il mio intento è sempre stato quello di mostrare alla gente un lato del paese che non fosse il solito dei tipici giri turistici, ma che potesse allo stesso tempo essere il più gettonato.”
A formare il target e delle 50 simili aziende (che Dardik definisce “colleghe e rivali”) sono piccoli gruppi incuriositi da una sfida atletica contemporaneamente ad un tour spettacolare.
equipaggiamento degli sport estremi in Israele
Ecco che unendo equipaggiamento da rappel (calata a corda doppia), funi da scalata, jeep fuoristrada e soprattutto 30 anni di esperienza professionale, si ottiene una conoscenza pressochè perfetta di ogni nicchia ed angolino nascosto delle vaste distese desertiche e catene montuose; in questo modo Dardik pianifica tragitti specifici sulla forza e i desideri dei suoi clienti.
Sono disponibili pacchetti a partire da 1000 NIS (250€ circa) per un tour pomeridiano in jeep per sette persone, fino ad arrivare a 3400 NIS (860€ circa) per un’escursione di gruppo di una giornata intera (che include trasporti, equipaggiamento ecc.)
Esperienza in Israele di un nostro atleta
Durante un pomeriggio che Dardik ha definito “una rilassante gitarella” siamo partiti dal confine a nord del Mar Morto, a Nahal Og, con una breve escursione attraverso canyon angusti che conducevano a discese ripidissime con scale a pioli fissate nella roccia.
Le scalate sono state alquanto faticose ma ne è valsa veramente la pena considerando i meravigliosi panorami in vista sovrastando l’immensità del deserto e del Mar Morto a far da sfondo.
Nel tragitto in jeep (sia all’interno che appesi all’esterno di questa) fino a Qumran, ci siamo ritrovati a Metzukei Dragot, una catena montuosa appena sopra il Mar Morto che dispone di centinaia di percorsi di scalata e mountain biking, e persino discese (tra i 20 ai 100 metri) per gli amanti del rappeling.
Vi erano tantissimi gruppetti che avevano campeggiato appena fuori quell’area, e anche vari altarini e memoriali dedicati alle persone che erano morte scalando in zona.
“Quest’area non è pericolosa, ma solo per qualcuno che la conosca a dovere,” – commenta Dardik guidando senza difficoltà la jeep attraverso scoscesi sentieri montani.
“Anche a me è capitato di essere in una situazione difficile, fui colpito da un’alluvione; pensavo di non sopravvivere. È una cosa che può capitare quando ripeti un’esperienza simile 10000 volte. Penso sia quel minuscolo elemento di rischio a rendere ancora più eccitante la cosa!”.
Con il suo spiccato (e forse poco ortodosso) senso dell’avventura e con una buona dose di sicurezza, Dardik ci ha dimostrato le sua abilità di arrampicata e scalata, salendo una pendenza di oltre 60 metri, arrivando in cima e precipitandosi giù in 25 secondi netti.
“E la giornata di lavoro è finita” – disse ridendo – “Amo ciò che faccio proprio come potrebbe farlo chiunque.”
Non è difficile capire perchè.
Racconto scritto grazie all’esperienza di un lettore, lascia anche te un commento per raccontarci la tua storia!
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